Filtri a Carbone
Il carbone attivo è utile in una serie vasta di trattamenti sia per la potabilizzazione che, per il trattamento delle acque destinate allo scarico.
A solo scopo indicativo si segnala come questa tecnologia sia adatta alla rimozione dall'acqua sia dei composti organici in generale che, del cloro residuato dai trattamenti di disinfezione.
Il carbone attivo può essere altresì utilizzato per la rimozione di composti clorurati, di pesticidi e, di tensioattivi.
PRINCIPIO DI FUNZIONAMENTO
Gli impianti di filtrazione per piccole e medie portate, generalmente destinati ad uso domestico, sono composti da una bombola in vetroresina, dal materiale filtrante, in questo caso sabbia quarzifera e, nel caso della versione automatica, da un sistema idoneo alla programmazione dei tempi e dei giorni del controlavaggio.
Infatti, quando i filtri sono "sporchi", la direzione di scorrimento dell’acqua viene invertita (controlavaggio) ed di flusso è aumentato per ripulire il filtro dalle particelle intrappolate negli interstizi del letto filtrante.
Il tempo di pulizia è determinato con uno di seguenti criteri: volumetrico, per caduta di pressione sul filtro e per intervalli di tempo. Il controlavaggio può quindi essere azionato sia automaticamente, in base a uno dei criteri appena indicati, che, manualmente, da un operatore addetto alla manutenzione del sistema di filtrazione. In questo caso il sistema di filtrazione sarà corredato da una batteria di 5 valvole a sfera.
Le portate minime (velocità 15 mt/h) sono consigliate per la rimozione di sostanze organiche, microinquinanti e la rimozione di odori e colori sgradevoli e per applicazioni su acque di scarico mentre, le portate massime (velocità 25 mt/h) sono consigliate per la rimozione di bassi contenuti di cloro residuo (< 2 ppm) in acque primarie.